A volte ci ritroviamo a vivere situazioni che ci fanno sentire inadeguati, come se non fossimo in grado di affrontarle davvero.
Non perché ci manchino le capacità, ma perché, in un certo senso, siamo noi i primi a metterci i bastoni tra le ruote.
Ma com’è possibile?
Se dentro di noi c’è il desiderio di realizzarci, perché finiamo per ostacolarci da soli?
Perché, anche dopo aver raggiunto traguardi importanti, ci sentiamo comunque “non all’altezza”?
Qui entra in gioco la sindrome dell’impostore.
Quella sensazione per cui pensi di non meritare ciò che hai ottenuto, di non essere abbastanza bravo, di aver solo avuto “fortuna”.
Nasce dal confronto continuo con gli altri, dalla paura di sbagliare, dal voler sempre essere perfetti.
È una condizione che ci blocca, che ci impedisce di uscire dalla nostra zona di comfort e puntare in alto.
È come indossare una maschera per paura che, una volta tolta, gli altri scoprano che non siamo davvero chi credono.
Di questo si è parlato in un incontro guidato da Maria Borrelli in Movement & Performance — un appuntamento speciale che ha aiutato tante persone a riflettere su questo tema. Maria, con la sua sensibilità, ha saputo creare un ponte tra l’introspezione personale e l’empatia di gruppo, portando alla luce una vulnerabilità che in tanti provano, ma che pochi riescono a esprimere.
Molti si sono riconosciuti in questo “sentirsi fuori posto”, senza nemmeno sapere che avesse un nome.
Una delle domande più potenti emerse durante la serata è stata:
“Come mi convinco di valere ?”
Le risposte, raccolte in forma anonima, hanno aperto spazi sinceri di condivisione, senza giudizio, facendo emergere pensieri spesso tenuti nascosti.
Ci sono tanti modi per uscire da questo stato d’animo:
– imparare a riconoscere e celebrare i propri successi, anche quelli piccoli
– aprirsi con le persone a cui vogliamo bene, per non sentirci soli nei nostri pensieri
– accettare che sbagliare non è una fine, ma un’occasione per crescere

Alla fine, una frase riassume tutto in modo semplice e profondo:
“Niente ti uccide più della tua stessa mente. Niente riesce a salvarti più della tua stessa mente.”

MOVEMENT & PERFORMANCE, 25/06/2024