“You can have talent, but without MINDSET you don’t know where to go with it” 

Anthony Hobgood (Exos Performance Manager) 

Questa dichiarazione del Dott. Hobgood rende subito l’idea. 

Puoi avere talento, ma senza MENTALITA’ non sai dove andare. 

 Questo mini-articolo vuole soffermarsi proprio su questa qualità, rara a mio parere, riscontrabile negli atleti. 

Quando inizio una nuova collaborazione con una società, è mia abitudine incontrare tutti i membri della rosa e farci due chiacchiere singolarmente. 

Questo incontro lo utilizzo per compilare la mia scheda anamnesi che mi permette di conoscere l’atleta in modo più dettagliato, e non mi riferisco solo all’aspetto motorio con lo svolgimento dei vari test. 

La conoscenza non vuole fermarsi li. 

Anzi. 

Dopo aver parlato dei dati inerenti all’anno sportivo precedente come: minutaggio effettuato, goal e infortuni, la mia scheda anamnesi prosegue. 

In sintesi voglio soffermarmi sul lavoro invisibile

Credo fortemente nel lavoro invisibile, è grazie soprattutto ad esso se la performance migliora. 

Per lavoro invisibile intendo semplicemente come un atleta trascorre la giornata nelle restanti 22h quando si trova lontano dal campo di gioco. 

Per loro grosso stupore, si parla di come curano: 

1. Idratazione; 

2. Pasto pre e post allenamento; 

3. Quanti pasti effettuano durante il giorno; 

4. Ripartizione dei macronutrienti; 

5. Qualità degli alimenti; 

6. Che tempi dedicano al riposo; 

7. Se dedicano tempo extra per migliorare le proprie bandiere rosse, ovvero i propri punti deboli. 

La maggior parte delle volte, un buon 90%, non sa dare risposta precisa, semplicemente perché non dà importanza a tutto ciò. 

Un vero PECCATO! 

Il lavoro invisibile fa fare la differenza in campo. 

Non si può essere un idiota lontano dal campo, e un campione nel rettangolo. Non si può. 

Troppo facile dichiararsi atleta semplicemente indossando gli scarpini e spingendo solo nell’allenamento di gruppo. 

Un atleta, per essere tale, deve categoricamente rispettare 4 pilastri. 

1. MENTALITA’ 

2. NUTRIZIONE e IDRATAZIONE 

3. ALLENAMENTO 

4. RIPOSO 

Gli ultimi 3 pilastri possiedono tutti un valore inestimabile per accrescere la performance sportiva, ma il primo pilastro, è quello che ti permette di svolgere gli ultimi 3 da vero atleta. E’ quello che ti differenzia dagli appassionati 

C’è una sostanziale differenza tra l’essere appassionato ed essere ATLETA. 

L’ATLETA, quello vero, non trascura nessun pilastro. 

Ci sono tanti appassionati di calcio che come unica fonte di guadagno, come professione, sono atleti.

E allora per quale motivo non impegnarsi completamente per migliorare la performance? 

E’ una cosa ovvia che se miglioro le mie prestazioni, catturo l’attenzione di club più blasonati, il che si traduce in un eventuale guadagno economico maggiore e obiettivi diversi da raggiungere. 

E allora, perché non rispettare i pilastri? 

La risposta è molto semplice. 

Mancanza di MENTALITA’. 

Essere Atleta, è DURA. Non è per tutti. Richiede sacrificio. Molto sacrificio. 

Ci sono “atleti” che non conosceranno mai il loro reale valore semplicemente perché non hanno mai svolto una vita da ATLETA. 

Non conosceranno mai il loro reale potenziale perché non hanno adempiuto ai loro compiti e doveri da ATLETA. 

Avere MENTALITA’ ti dà l’occasione di non lasciare nulla al caso. 

La Mentalità è presente in ogni pilastro. 

Conosciamoli in modo più dettagliato. 

Ogni Atleta, dovrebbe curare nei minimi particolari la sua NUTRIZIONE

“Una corretta alimentazione non trasforma un atleta mediocre in un campione, ma scelte alimentari non corrette possono trasformare un potenziale campione in un atleta mediocre”. (Ron Maughan) 

Bisogna sapere esattamente quantità, qualità e timing degli alimenti. 

Per Timing si intende il momento migliore per assumere un determinato alimento. 

Nel pre-allenamento bisogna assumere i macronutrienti che permettono di erogare performance di alto livello, come i carboidrati complessi e le proteine. 

Il mio consiglio è quello di allenarsi sempre a digiuno, ovvero dopo aver digerito per bene (3-4h) gli alimenti assunti per avere a disposizione tutto il sangue per i muscoli e non per l’apparato digerente. Avere più sangue a disposizione dei muscoli significa avere la possibilità di erogare contrazioni muscolari più forti. 

Logicamente anche il post-training è un momento di fondamentale importanza per reintegrare il glicogeno e i liquidi spesi in campo o in palestra, e per avviare una nuova sintesi proteica che permette di riparare i danni fatti dall’allenamento. Tutto ciò avviene se le scelte alimentari sono giuste. Sbagliando la scelta degli alimenti, o peggio trascurando addirittura questo momento, lo stress può aumentare e di conseguenza il recupero rallenta. Il tutto si traduce in una performance successiva non-ottimale e un maggiore senso di fatica. Anche nel post-training si consiglia di assumere carboidrati di facile/veloce assimilazione e proteine di alto valore biologico. 

Stessa importanza la possiede l’IDRATAZIONE, che appartiene sempre allo stesso pilastro. 

Qualsiasi atleta, a prescindere dalla categoria di appartenenza, non dovrebbe mai trovarsi in uno stato di disidratazione. Tanti organi/tessuti del ns corpo sono fatti di acqua. Grazie ad essa avvengono tutte le reazioni biochimiche. Avere un livello basso di idratazione durante una performance non è una cosa felicissima. Da diversi studi si è evidenziato come una cattiva idratazione è correlata ad una cattiva performance. I dati statistici dichiarano che solo un 5% di disidratazione, compromette un bel 20/30% della performance dell’atleta. Il che si traduce in un depotenziamento generico (scatti, balzi, lucidità mentale, etc). 

Il mio consiglio è di essere sempre ben idratati prima di qualsiasi performance. 

L’ideale sarebbe bere frequentemente piccole dosi. Bisogna riuscire a trattenere l’acqua che si ingerisce. Se bevo troppa acqua in poco tempo, a breve sarà portata in vescica ed espulsa tramite le urine. Se avverto la sensazione di sete, in quel preciso momento, già sono disidratato. Non deve capitare. 

Altro pilastro, ovvio, da rispettare è l’ALLENAMENTO

Più di scrivere qualcosa su come manipolare l’allenamento con intensità, volume, frequenza e densità, visto le miriadi tecniche differenti utilizzate da noi preparatori/allenatori, volevo soffermarmi sull’altra faccia della medaglia riguardante l’allenamento, dove purtroppo c’è ancora poca cultura: l’allenamento individualizzato del singolo atleta. 

Per allenamento individualizzato, intendo un programma cucito sull’atleta per migliorare la qualità del movimento. 

Ogni atleta è differente, per caratteristiche strutturali, qualità fisiche, infortuni, tessuti e quindi l’allenamento di gruppo dovrebbe essere anticipato dall’allenamento personalizzato, dove il singolo giocatore si allena per le proprie reali necessità. 

Per fare ciò, l’atleta ha bisogno di costanza. Ci vuole pazienza. Ogni atleta dovrebbe imparare ad amarsi. 

La Mentalità come già anticipato, ritorna sempre, in ogni pilastro. 

E’ una conditio sine qua non

Ultimo pilastro, non per importanza, è dedicato al RIPOSO

Un riposo inadeguato, non ottimale, nel post training, può alterare il recupero agendo sui processi di resintesi del glicogeno muscolare e può rallentare la riparazione del danno muscolare aumentando la sensazione di fatica psico-fisica. 

Discorso analogo per il riposo notturno. Riuscire a riposare un minimo di 8h al giorno è di fondamentale importanza per rigenerarsi dalle fatiche quotidiane e sportive. 

Per riposare, spesso, bisogna sacrificare anche la vita mondana. 

Ricorda: non puoi essere un idiota fuori dal campo e un campione nel rettangolo verde. 

Non vi resta che rispettare tutti i pilastri per eccellere nel vs sport. 

Il lavoro invisibile ti porta al successo! 

4 marzo 2020

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